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Bivacco di Primavera

Dopo tanto tempo, isolati in casa e con pochi contatti, è stato molto bello ritrovarsi all’aperto con la voglia di stare insieme e raccontarci la nostra quotidianità che sta lentamente ritrovando una certa normalità. E’ stato sufficiente mettersi intorno ad un tavolo con un panino perché ci sembrasse che non fossero passati tanti mesi cupi e faticosi.

 29 maggio 2021 Peledo di Sorico

Promesse di don Andrea e Paola

“Qualcuno ti potrebbe chiedere se vale la pena di salire  per arrivare più su. Non ti voltare indietro, non fermarti, non temere di andare ancora, con ardore, più in là, più in là, più in là”.

Sono le parole composte da alcuni adulti scout della Comunità di Como per il 1° Cantamasci, nel 2008, e che calzano a pennello per il nostro “ Bivacco di Primavera”. Eppure vale sempre la pena e anche noi siamo saliti sempre più su fino a Peledo a casa di Ettore e Marcella.

Dopo aver costeggiato la sponda occidentale del lago di Como, ammirato anche solo dal finestrino l’originale campanile di Ossuccio, superata la Tremezzina, intravista la grazia di Villa Carlotta attraversato paesi con curve a gomito che poi si  aprono  su spettacolari angoli di lago, siamo arrivati a Sorico ma non è finita, da lì parte la strada che a curve stretta e in salita con pochi slarghi per manovre sperando di non incontrare nessuno che procede nel senso opposto, siamo arrivati a Peledo, la casa incantata di Ettore e Marcella. Sembra di essere sospesi davanti all’imponenza del monte Legnone che ancora ricoperto di neve ci ricorda l’antica valle glaciale ora occupata dal nostro meraviglioso lago.

Dopo tanto tempo isolati in casa con pochi contatti è stato molto bello ritrovarsi all’aperto con la voglia di stare insieme e raccontarci la nostra quotidianità che sta lentamente ritrovando una certa normalità.

E’ stato sufficiente mettersi intorno ad un tavolo con un panino perché ci sembrasse che non fossero passati tanti mesi cupi e faticosi. Corrada  è riuscita ad intrattenerci con un simpatico gioco.

Eravamo in 21, un bel gruppo, più tre bambini allegri e gioiosi, Gioele, Emanuele e Roksana. A rallegrarci ancora di più.

Ognuno di noi adulti aveva 5 biglietti che corrispondevano a ruoli che si trovano in tutte le comunità, il collaboratore, il bastian-contrario, il confusionario, il silenzioso e il propositivo e così a turno ognuno doveva immedesimarsi nelle diverse anime.

La chitarra di Bruno ha accompagnato i canti che più amiamo come “Amici miei” o “Guarda più in là”.

Verso le 16.00 ci siamo incamminati verso un grande prato circondato da gialle ginestre da cui si godeva la vista del Mera che scende dalla Val Chiavenna e si getta nel lago di Como e della antistante piana di Colico.

Il Legnone veglia sempre maestoso e silente.

Alcuni  alti ceppi di castagni centenari hanno offerto ai bambini occasioni di sfide e competizione tra chi raggiungeva prima la sommità e a noi lo scenario ideale per tante foto di gruppo con lo sfondo del settore occidentale delle Alpi Orobie tra cui spiccano i 2609 metri del Legnone affiancato dai 1714 metri del monte Legnoncino. Come si può immaginare non siamo arrivati fin qui solo per fare delle bellissime foto ma il pomeriggio è iniziata la cerimoni a delle promesse per Paola e don Andrea.

Anche da adulti è sempre un momento importante, arrivato dopo un cammino in Comunità e sottolineato da simboli che ricordano l’impegno che si sta prendendo.

Davanti ai Magister e al Magistero sono stati portati il fazzolettone come scelta vissuta insieme, la corda formata da piccoli deboli fili che uniti danno resistenza, la Bibbia che è la Parola da cui si attinge nuova linfa, il bastone per sostenere la nostra fragilità, il pane come condivisione, il canto per fare festa, la luce perché siamo figli della luce illuminati da Cristo e la tenda, simbolo di una dimora che si fa tutt’uno col cammino, come fame e sete di libertà,

 

E’ sempre una cerimonia solenne, per questo sia don Andrea che con il Sacramento dell’Ordine fa ogni giorno una eterna promessa al Padre, sia Paola che moglie e mamma rinnova quotidianamente il suo impegno, hanno vissuto con  serietà e partecipazione questo gesto che li fa amici del grande gioco scout.

Don Andrea ha celebrato la messa nella domenica della Santissima Trinità e nel vangelo di Giovanni gli undici andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro indicato Anche noi abbiamo raggiunto la vetta e il nostro sguardo ha potuto misurare l’ampiezza per contemplare l’immenso panorama che prima si era ammirato nei particolari.

E’ il simbolo di ciò che la festa della Trinità ci chiama a fare, come a concludere il mistero dell’Incarnazione e della Redenzione. Dio è il protagonista della storia della salvezza degli uomini, ma non un Dio astratto solitario: è il Dio comunità di amore, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Nel grande cerchio finale abbiamo cantato le canzoni che hanno scandito la nostra storia di Comunità.

”Oui oui oui the scouts” ci ha fatto ritornare alla Conference del 2011.

“La luna delle vette” è stato un tributo a Carlo Verga e alla Val Codera, “Addio Lugano bella” per don Andrea che insegna a Lugano, ”Vento della sera” e “Signor tra le tende schierati” ci hanno fatto memoria dei nostri campi scout.

“Chi ha mangiato il becco dell’anitra” le danze e il canto del cuculo hanno concluso ormai alle 20.30 una giornata che avremmo voluto continuasse ancora.

Magi

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