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Contributi linee programmatiche per Assemblea nazionale del Masci

Abitare le parole, vivere la Parola è lo slogan che il Consiglio nazionale ha scelto per indicare, con la sintesi di cui solo gli slogan son capaci, i sogni, gli auspici, le speranze per il prossimo triennio, cui la 28^ Assemblea Nazionale darà avvio. L’assemblea si terrà a Sacrofano dal 18 al 20 ottobre 2019.

DALLA COMUNITA’ DI BUSTO ARSIZIO

Conoscere i pregiudizi della nostra società per agire come operatori di pace responsabili con atti concreti personali, comunitari, politici.

DALLA COMUNITA’ DI LODI 1

Si auspica che il Masci tutto continui a lavora sulle seguenti due “parole di speranza”:

-       Ambiente

-       Accoglienza

DALLA COMUNITA’ DI COMO

Lo scautismo si caratterizza nell’imparare “facendo”.

Il Movimento e le comunità si giustificano per la loro capacità di sostenere ciascuno nella propria scelta di “essere” uno scout, ovvero, come dice B.-P., un “buon cittadino”, che sa meritare la fiducia, leale, disponibile ad aiutare l’altro, fraterno nella relazione, laborioso, ottimista, corretto. Noi crediamo che le linee programmatiche non possano essere la ripetizione di dichiarazioni di principio ma debbano indicare tracce concrete di cammino poiché abbiamo la consapevolezza del fatto che

1. la dimensione comunitaria si sperimenta dentro le fatiche e le prove che una comunità incontra;

2. la (nostra) capacità di relazione cresce stando accanto alle persone;

3. la consapevolezza della cittadinanza responsabile si matura anche declinando all’interno delle esperienze del movimento le regole della democrazia interna;

4. la capacità di incontro sincero con chi è diverso e lontano si realizza soltanto se l’altro può fidarsi di ciascuno di noi;

5. non possiamo fare a meno di far crescere la fraternità scout e la relazione buona con chi vive la dimensione dello scautismo giovanile.

I cinque punti precedenti si declinano, rispettivamente, con:

1. porre al centro dell’azione l’esperienza della singola comunità, l’incontro e lo scambio tra comunità (comunità chiama comunità) [COMUNITÀ];

2. promuovere la crescita di ciascun adulto scout attraverso quei “processi” che sono la vita della comunità e del movimento, superando il modello di una crescita “attraverso eventi” [RELAZIONE - AUTOEDUCAZIONE];

3. proporre momenti di genuino confronto e discussione che sappiano escludere logiche di potere, operazioni opache, scorciatoie pretestuosamente motivate [LEALTÀ E PARTECIPAZIONE];

4. valorizzare esperienze dello “stare accanto” al povero, quello la cui “vita” e le cui “possibilità” dipendono completamente dalla risposta e dallo sguardo dell’altro, in cui l’essere scout si manifesta nel meritare la fiducia. [STILE];

5. mettere a disposizione nelle occasioni, nei progetti o nelle esigenze che il tempo propone (se qualcuno ti chiede di fare con lui un miglio, tu fanne due) noi stessi, le nostre esperienze, il nostro tempo e le nostre cose in modo autenticamente fraterno [FRATERNITÀ E SERVIZIO].

Superiamo in fretta slogan che hanno fatto il loro tempo e facciamo nostro ciò che in questi ultimi anni è diventato sempre più chiaro: non ci è chiesto di dare Presuntuosamente testimonianza né di salire su alcuna cattedra, ma di essere consapevoli come movimento, come comunità e come singole persone che le nostre azioni sono sempre capaci di essere generative. Ciò deve essere fatto nella semplicità del nostro saper vivere insieme esperienze di vita comunitaria, di contatto con la natura nella consapevolezza della sua tutela, di accoglienza di situazioni: la città dell’uomo è un cantiere in perenne edificazione da abitare laicamente portando nella “piazza” le virtù che sappiamo alla radice di una vita “buona”.

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