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Come custodire il fuoco: maratona biblica

Da domenica 14 ottobre a sabato 20 ottobre nella cappella San Giorgio della casa scout di Milano più di 1000 persone, organizzate dagli scout, si sono alternate nella lettura integrale e ininterrotta della Bibbia dando una testimonianza semplice di fede e un profondo segnale di accoglienza rivolto a credenti e non credenti.

Foto_MBergamini_61902681Nata da una iniziativa scout e dedicata, poi, alla memoria di don Barbareschi, la Maratona biblica ha visto alternarsi a leggere e sfogliare una dopo l’altra le pagine della Bibbia, ragazzi e adulti, scout ed ex scout, singoli e gruppi, abitanti di Milano e di altre città limitrofe.

Io ero una di queste 1000 persone, turno delle 6 di mattina di Giovedì 18 ottobre. Sveglia alle 3,30 partenza da Como alle 4.15. Con me Donata e Bruno della mia comunità.

Cose da pazzi? No cose da scout. Perché? Forse perché l’”eccomi” detto anni e anni fa, ha messo sicuramente solide radici nel cuore e rimane incessantemente valido anzi si consolida nel tempo e lo si ridice ancora sempre più convinti.

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Forse perché l’incontro con la Parola è una emozione che affascina, coinvolge e sconvolge, provoca, scuote dal torpore e invita a respirare libertà e pace. Forse perché un momento così significativo dedicato a don Barbareschi il ribelle per amore, il Giusto fra le nazioni, l’ultima aquila randagia, non poteva essere disatteso.

Nella cappella San Giorgio ci accoglie un clima di raccoglimento. Nei volti delle poche persone presenti alle 5 di mattina leggo stanchezza ma anche serenità e oserei dire gratitudine.

Aspettando il mio turno, mi metto in ascolto. Colpisce immediatamente l’icona della Trinità di Rublev posta davanti al leggio che con la sua suggestiva bellezza richiama a spazi contemplativi ad una atmosfera di meditazione.

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Guardo la semplice tomba a terra di Kelly e Baden, e a poco a poco il turbinio di pensieri, l’affanno del cuore, i tanti problemi di tutti giorni e le paure, le incomprensioni, le divergenze, le incertezze di questi giorni si attenuano.
Si fa spazio. Mi piace pensare che loro adesso sono lì sorridenti seduti insieme a noi.

Isaia 1,16-17 “ Cessate di fare il male. Imparate a fare il bene. Ricercate la giustizia. Soccorrete l’oppresso. Rendete giustizia
all’orfano. Difendete la vedova.” Davanti a Baden e Kelly queste parole d’Isaia commuovono e danno significato ad una forte emozione. Per Don Andrea Ghetti, Giulio Cesare Uccellini, don Giovanni Barbareschi queste parole sono state scelta di vita, senso di vita. E ne hanno fatto un dono meraviglioso per tanti, per noi, per me adesso.
Per tutti coloro che hanno scolpito un fazzolettone nel cuore hanno tracciato una rotta precisa. E ce la additano.
Affidandoci di “custodire il fuoco” ci portano alla sorgente della nostra fede, alla bellezza dell’anima, di tutte le anime, bellezza che non conosce frontiere né tempi. La pista che hanno spianato è un chiaro invito al rispetto delle differenze, alla promozione di un confronto dialettico con i diversi, all’attenzione al debole e soprattutto a fare memoria dei giorni, di tutti i giorni. Ci incitano a rispettare sempre e comunque nella storia del nostro tempo la Promessa e la Legge, a mettere tutto il nostro impegno, la nostra attenzione e tutta la libertà che ci viene dalla Parola per discernere le orme da loro tracciate con sofferenza speranza resistenza. Ci mettono in guardia dal non distogliere la mente dalla Parola fonte della Giustizia per
non finire ad adorare le ceneri.

Corrada Salemi

da IN CAMMINO n.3 – 2018

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